Svolta green? Ma dove?!
- Stefania Marra
- 15 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Io non capisco. Sarà che tra i tanti miei difetti c’è anche la coerenza… Seguitemi e cerchiamo insieme di far luce insieme su questo nuovo mistero che ammanta le italiche genti.
La settimana scorsa, il 9 ottobre, in occasione del #fridaysforfuture, Coldiretti lancia i risultati di una ricerca: roba forte, che fa sperare in un futuro migliore, popolato di unicorni arcobaleno e bimbi felici che non sono costretti a fare battaglie al posto degli adulti ignavi. “La pandemia spinge la svolta green nei comportamenti degli italiani con più di un abitante del Belpaese su quattro (27%) che acquista più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima del Covid”.
Wow! Già questo, lo confesso, mi pare strano, visto che mediamente questa tipologia di prodotti è più cara rispetto a quelli convenzionali, e con la batosta economica causata dal Covid faccio fatica ad immaginare questo scenario: delle venti persone che erano in fila con me fuori dal supermercato, ben cinque, una volta entrate, si sono fiondate sulla carta igienica certificata Fsc, sulle uova bio, sui detersivi a basso impatto, sui piatti usa e getta compostabili, sugli spazzolini in bambù. Probabilmente tra quelle cinque non c’erano lavoratori in nero, gente dello spettacolo (non vip), chi come me organizzava serate e catering, albergatori e la varia altra umanità che dalla sera alla mattina si è ritrovata chiusa in casa non per il lockdown ma perché non aveva più un posto di lavoro dove andare.
Ma andiamo avanti. “Per migliorare la situazione ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ il 59% degli italiani ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita”. Triplo wow! Interventi radicali e urgentissimi, abbinato a svolta green: beh ma allora ce la possiamo davvero fare!
Eh no! Proprio no. Perché è qui che non capisco: questo tzunami ambientalista che ha pervaso i nostri spiriti, complice forse lo spazio di meditazione regalatoci dall’isolamento, come si concilia con la devastazione ambientale e culturale che è sotto gli occhi di tutti? In ogni angolo di strada, giardino, spiaggia, specchio d’acqua, è facile vedere mascherine e guanti usati lasciati marcire al loro destino. Anzi, magari marcire, questa roba non è certo biodegradabile, per non parlare della carica infettiva che si porta dietro. Del problema ambientale causato da questi comportamenti incivili ne parlerò presto, sto raccogliendo dati. Per adesso vorrei solo capire, cara Coldiretti, de che stamo a parla’?, come si dice a Roma.
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