Liliana Cavani, la leonessa d'oro
- Stefania Marra
- 3 set 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Ha novant'anni. Quasi un secolo di arte, di lotta, di politica, ed ha ancora molto da dire e da insegnare. Liliana Cavani ha ricevuto, nella serata di apertura della Mostra, un meritatissimo Leone d'oro alla carriera. Il primo ad una donna: "Trovo che non sia del tutto giusto - ha commentato -. Diamo la possibilità alle registe e alle sceneggiatrice di essere viste". Un messaggio forte sulla parità di genere: "È necessario senz'altro un riequilibrio in questo senso - ha aggiunto riferendosi direttamente alla kermesse veneziana -. Ci sono tante donne nel cinema molto brave e mi auguro che questo inizio abbia un seguito nel tempo".


"Io e Liliana siamo state definite da "Portiere di notte" del 1974, con il quale lei ha mostrato ciò che è mostruoso. Ha girato la cinepresl verso la bestia, per capirla, per riconoscerla quando ritorna", ha detto Charlotte Rampling nel suo discorso alla premiazione. "Dai primi anni Sessanta, Liliana Cavani ci costringe a confrontarci con il bello, il brutto e l'irrisolto. Con il suo incessante interrogarsi, attraverso i suoi documentari e film, ha mandato nel mondo flussi di messaggi appassionati e complessi".

"Regista anticonformista, libera da preconcetti ideologici, perennemente moderna, mossa dall'urgenza di una continua ricerca della verità e da uno sguardo politico, anti-dogmatico, coraggioso anche nell'affrontare i tabù più impegnativi", recita la motivazione del premio.

Il curriculum di Cavani è costellato di riconoscimenti e spazia dal cinema alla letteratura al teatro. Una ricchissima carriera iniziata nel 1960 con un corto presentato come saggio del primo anno, quando frequentava il Centro Sperimentare di cinematografia, "Incontro di notte", che ho avuto la fortuna di vedere prima del documentario sui Kuna (di cui ho parlato qui).
"Neanche io l'ho più visto da allora" ha commentato ridendo dal palco.

Nel 1961 già vinceva un premio a Venezia per un documentario sul processo di Vichy. "E fu per me una rivelazione che ci fossero ancora dei nazisti in giro, del resto c'è ne sono ancora in giro". In questa ottantesiva edizione ha presentato fuori concorso la sua nuova opera, "L'ordine del tempo", che vede nel cast tra gli altri Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Edoardo Leo. Tratto da un libro del fisico Carlo Rovelli, il film affronta l'affascinante tema della percezione umana del tempo, sul valore che diamo - o spesso non diamo - ai momenti e alle scelte di ogni giorno.
A Venezia 80 la regista ha anche tenuto una masterclass, che si può trovare su Raiplay.

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